giovedì 1 ottobre 2015

E' iniziata la guerra mediatica contro Putin

E' iniziata la guerra mediatica contro Putin
 
 
 di Diego Siragusa
 
Cosa sta accadendo sul palcoscenico internazionale che non avevamo visto prima? Sta accadendo che la Russia di Putin, fino a qualche anno fa defilata e passiva nel confronto diretto con gli Stati Uniti e i suoi alleati, ora alza la testa e va al contrattacco con determinazione e freddezza. Ormai era evidente che dalla caduta del muro di Berlino e dalla svendita dell'ex URSS operata da Boris Eltsin, gli USA avevano mano libera sulla scena mondiale. Qualche sciocco, che si fregia di essere un intellettuale, scrisse che quella era "la fine della storia" essendo scomparso l'antagonista storico del capitalismo ovvero il comunismo. Si pensò, all'epoca, che la NATO, dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia, sarebbe diventata inutile e che una nuova epoca, fondata su un mondo unipolare, fosse ormai una realtà.
In verità, il comunismo non era stato debellato, era stata sconfitta una applicazione degenerata e fallimentare del socialismo. La prova di questo sta nel fatto che in altri paesi quella esperienza continua con forme diverse e che il bisogno di uguaglianza e di lotta alle ingiustizie non sarà mai sopito. L'esperienza cinese, pur contraddittoria, dovrebbe indurre certi maîtres à penser ad una maggiore cautela. La NATO, dunque, non scompare, paradossalmente, anzi si rafforza e attacca l'ex Yugoslavia dichiarando guerra alla Serbia e fomentando tutte le divisioni possibili per sgretolarla e portarla nell'orbita del Patto Atlantico. Esistono e si sono consolidate colossali menzogne sulla fine dell'ex Yugoslavia che solo pochi hanno il coraggio di riesaminare, denunciare e documentare, ma con scarsi risultati tra l'opinione pubblica. Intanto i paesi che facevano parte del blocco sovietico sono entrati a far parte della NATO che oggi è composta da 28 paesi che stanno tutti a ridosso della Russia.
 
La dirigenza russa attorno a Putin è stata costretta a rompere gli indugi e ad agire con fermezza dopo l'esplosione della crisi Ucraina col colpo di stato nazista che ha costretto il presidente legittimo Victor Yanukovich alla fuga e a riparare in Russia. Ormai esistono le prove che si è trattato di un complotto organizzato dagli USA e dai paesi europei della NATO per mettere le mani sulle risorse strategiche della Russia e dominarla per espandere i propri mercati a svantaggio dei popoli euroasiatici.
In questo contesto, il "Patto di Shangai" tra la Russia, la Cina, l'India, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan fu un modo per sfuggire ad un accerchiamento ormai palese sotto il profilo economico e militare.
Intanto in Medioriente, dopo l'aggressione americana all'Iraq di Saddam Hussein, avvenuta con falsi pretesti (le armi di distruzione di massa mai trovate), si delinea un disegno strategico che consiste nel capovolgere tutti i regimi arabi ostili o non amici di Israele. Ormai sappiamo che le cosiddette "primavere arabe" erano solo moti di piazza eterodiretti che utilizzavano un legittimo malcontento indirizzato non a creare regimi democratici ma solo governi amici degli Usa, di Israele e dell'Occidente. Nel 2011 tocca alla Siria. Le testimonianze sono concordi nel riferire che i primi scontri di piazza tra manifestanti e polizia evidenziavano la presenza di persone non siriane, che venivano da altri paesi parlanti un arabo con accento diverso. Molti di questi ricevevano una paga dai servizi segreti di paesi che ora hanno gettato la maschera e non nascondono più il loro ruolo sovversivo. Essi sono: Stati Uniti, Israele, Turchia, Inghilterra, Arabia Saudita, Qatar ed Emirati arabi. Dopo avere orchestrato la campagna falsa sull'uso di armi chimiche da parte dell'esercito del presidente siriano Assad, come pretesto per bombardare la Siria, gli USA hanno dovuto intensificare il loro sostegno alle organizzazioni terroristiche note come al Qaida, al Nusra e ribelli cosiddetti moderati nella speranza di rovesciare militarmente Assad ed imporre un governo gradito a Israele, agli USA e all'Occidente, azzerando, in questo modo, i termini della questione mediorientale e accantonando la soluzione della questione palestinese. E' impossibile capire la crisi del Medioriente senza il ruolo sovversivo e criminale di Israele e dei suoi servizi segreti. Oggi sappiamo con certezza che il terrorismo in Siria è stato promosso dagli USA per espressa ammissione della signora Hillary Clinton e di ex agenti della CIA. Vi sono documenti ed ammissioni degli osservatori dell'ONU che confermano la "fratellanza" tra soldati israeliani e terroristi islamici i cui feriti  vengono curati e assistiti ai confini della Siria con ambulanze e medici di pronto soccorso.
Gli strateghi del terrorismo, però, hanno sottovalutato il peso dell'alleanza tra la Siria e la Russia che ha fatto saltare i piani americani. Assad non è crollato, i terroristi dello stato islamico continuano la loro condotta barbarica e la distruzione del patrimonio culturale e archeologico della Siria praticamente indisturbati, si sono insediati nel Nord Africa, soprattutto in Libia, minacciano tutti i paesi a loro avversi avvertendo che sono in grado di infiltrarsi ovunque e uccidere indiscriminatamente. Questo è il risultato di disordine, barbarie e distruzione creato dagli USA e dall'Occidente senza eccezione alcuna.
Consapevoli che ormai la pianificazione del terrorismo in Siria è stata scoperta, gli USA cambiano tattica: dicono di sostenere i ribelli moderati e si impegnano a bombardare i militanti dello stato islamico ormai insostenibili e detestati da tutta l'opinione pubblica mondiale. Ma tra i ribelli moderati e i terroristi islamici vi è sempre stata osmosi, compenetrazione, spesso i primi hanno fornito armi sofisticate ai secondi ricevute dagli americani. Pochi giorni fa, agli USA, che hanno bombardato in Siria senza alcun mandato giuridicamente valido, si sono aggiunti i francesi che, senza alcuna autorizzazione da parte del rispettivo parlamento, si sono messi a bombardare i terroristi islamici motivandolo con una presunta "autodifesa". Dopo questi avvenimenti Putin rompe gli indugi e, dietro richiesta del governo siriano e col voto unanime del parlamento russo, autorizza i bombardamenti contro i terroristi e l'invio di tecnici, consiglieri militari e apparati logistici.
 
 
Ecco il primo falso: l'uso di una foto scattata 5 giorni prima
del bombardamento dei caccia russi
 
 
Curiosa la reazione americana dopo il primo bombardamento russo. Tutta la stampa asservita all'Occidente dichiara che sono stati colpiti civili, PRIMA DEL BOMBARDAMENTO STESSO, poi, dietro dichiarazione degli Stati Uniti, affermano che i russi hanno colpito i ribelli moderati "addestrati dalla CIA" invece dei terroristi islamici. Come dire: non dovevi colpire i miliziani addestrati da me, ma quelli dello stato islamico che io ho addestrato e finanziato ma che adesso non mi servono più perché sono diventati troppo pericolosi. Qual è la differenza tra i due fronti che combattono Assad? La Russia avrebbe dovuto fare uno sconto ai miliziani moderati? A questo si aggiunga il discorso di Obama dalla tribuna dell'ONU: un capolavoro di arroganza del capo di una grande potenza. "Sono d'accordo a sconfiggere lo stato islamico, anche con la collaborazione della Russia, ma il tiranno Assad se ne deve andare". Putin ha risposto con ammirevole saggezza richiamando, in primis, l'esempio della Libia dove fu deposto "illegalmente" un personaggio come Gheddafi facendo precipitare il paese nell'anarchia, nel disordine e nella guerra civile; in secundis, ha rammentato a Obama che spetta ai siriani decidere quale governo dare a se stessi e chi li dovrà governare. Rammento che Assad è stato eletto in seguito a regolari elezioni a cui ha partecipato l'opposizione. Questa è la situazione miserevole dello stato del DIRITTO INTERNAZIONALE  e questa è la condizione di stallo in cui si trova l'ONU diventata una organizzazione che sussurra auspici pacifici, paralizzata dai veti e dal ruolo imperiale degli USA e dei suoi alleati. Comincia, quindi, la guerra mediatica contro Putin della stampa occidentale, prona ai desideri dei propri governi e degli USA ma silenziosa e complice tutte le volte che la prima potenza imperiale agisce indisturbata e in spregio del diritto internazionale. Già si accalcano i mercenari della carta stampata e delle televisioni avvertendo il pubblico sui rischi della scelta di Putin di far entrare in combattimento i propri caccia. Sembra di essere tornati ai tempi della Guerra Fredda: quando un dissidente sovietico tossiva tutto il mondo scoppiava in lacrime, ma le notizie sui B 52 che bombardavano il Vietnam e causavano migliaia di vittime erano notizie lette con la stessa indifferenza usata per un bollettino meteorologico. Forse il peggio deve ancora arrivare. Teniamoci pronti.   Mala tempora currunt.... sentenziavano i latini.

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