venerdì 13 novembre 2015

E' COMINCIATA LA GUERRA A PUTIN

Sta cominciando la Guerra fredda dei media

In Germania la risposta ad un'interrogazione di Die Linke al Bunderstag conferma l'esistenza di un ministero dell'informazione Ue, pagato dai cittadini a loro insaputa.


giovedì 12 novembre 2015 


Una massiccia rete mediatica contro Vladimir Putin è attualmente in costruzione in Europa orientale, e dietro a questa mossa non c'è soltanto la Nato ma anche l'Unione europea, con un vero e proprio ministero della propaganda denominato "East Strat Com Task Force". L'entità ed i costi di questa guerra dei media finora restano riservati anche perché si ipotizzano costi reali molto alti , ma il progetto sembra essere orientato a far adeguaree i media in Europa al sistema della "segnalazione guidata". Ovvero, propaganda in luogo di informazione.

La "Guerra fredda" dei media tra Occidente e Russia si sta facendo sempre più dura , e soprattutto NATO e UE stanno espandendo la loro propaganda offensiva in maniera massiccia ed in Germania a rivelare tutto questo è stata un'interpellanza rivolta da "Die Linke" al Bundestag , a cui il governo è stato costretto a rispondere. A quanto pare i cittadini tedeschi già da tempo finanziano senza saperlo questa guerra strisciante,e non lo fanno attraverso una tassa come il canone radiotelevisivo, le cose sono molto più oscure, ma rimane il fatto che i governi occidentali stanno pagando giornalisti in Europa orientale per confezionare articoli contro Putin in lingua russa. 

"Kopp online" sta parlando già da un pò di questa guerra segreta dei media, e adesso il governo federale lo confera in un comunicato : la "East Strat Com Task Force", guidata da britannico Giles Portman, sta tirando le corde dell' organizzazione , nata come una sorta di super-ministero della propaganda sotto l'egida della Alta rappresentante per la politica estera dell'Unione, Federica Mogherini, ed il Parlamento europeo non ha alcun controllo sull'iniziativa. . La macchina di propaganda dell'Unione segue canali di finanziamento labirintici, ed i suoi obiettivi sono stati fissati dalla Mogherini già nel marzo scorso: "anticipare gli obiettivi politici dell'UE nell'area orientale", ed a questo scopo una serie di "media indipendenti" stanno nascendo dal nulla in Russia, Georgia, Ucraina, Moldavia, Bielorussia ed Azerbaijan . Tutti i giornalisti vengono addestrati e pagati per programmi di propaganda, quindi è davvero difficile definirli "indipendenti". 

L'Europa orientale sta diventando sempre più un campo di gioco di militari NATO e politici europei, che riversano denaro dei contribuenti e soffiano sui sentimenti anti-russi dei media da loro controllati. Ma perché fanno tutto questo? L'argomento più usato è che Putin fa lo stesso in senso inverso, per cui NATO ed Unione giocano secondo le sue stesse regole ma questo è esattamente l'ultimo chiodo piantatonella bara della libertà europea di stampa. Chi flagella la "politica di disinformazione" della Russia sta costruendo una macchina propagandistica basata sull' interesse basato e considera che i media possono essere qualsiasi cosa, tranne che "liberi".

Questa campagna è sostenuta da "vari strumenti finanziari" dell'Unione europea e degli Stati membri, afferma adesso la dichiarazione del governo federale tedesco. Una contabilizzazione precisa non può essere fornita, ma alcune "linee di bilancio" sono allo studio, il che significa che finora i flussi di denaro restano indefiniti. Ed un altro grace elemento di disinformazione consiste nel fatto che i cittadini d'Europa non hanno alcuna idea di quanto costa ministero della propaganda, di cosa esattamente fa e da dove esattamente il denaro proviene.

Ma che questo cripto-ministero stia diventando sempre più occupato è sempre più evidente. La NATO ha messo in opera da tempo un "Centro di Eccellenza per le comunicazioni strategiche" a Riga , che funge da centro di coordinamento per la propaganda. L'Ucraina sostiene ufficialmente un ministero della propaganda con le finanze occidentali, alimentando media con posizioni anti-russe alimenta. Un'emittente pubblica in lingua russa, ERR, opera già in Estonia e qualcosa di molto simile è previsto per Lituania e Lettonia. Germania è leader anche nella costruzione della rete mediatica anti-Putin. ["Deutsche Welle", l'emittente in lingua straniera finanziat dal governo federale tedesco , sta lavorando all' l'istituzione di cosiddetti "media indipendenti" in Europa orientale, i loro giornalisti vengono addestrati in base ad un accordo che il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier ha introdotto nel mese di aprile.

Un'altra personalità molto in vista, ossia il giornalista Peter Limbourg, direttore di "Deutsche Welle", sta a sua volta procedendo alla creazione di una rete mediatica ostile a Mosca. Dal 1990 al 1996 Limbourg è stato il corrispondente europeo della NATO a Bruxelles.Ma la guerra mediatica tra Mosca e l'Occidente non si combatte solo nell'Europa dell'Est , atterra anche sulle nostre tavole con il telegiornale della sera.

È altamente improbabile, che Claus Kleber, autore di 'Heute Journal' su ZDF, racconterà sullo schermo quelo che dice a quattr'occhi: "Stiamo riportando l' Europa orientale in un modo distorto, abbiamo addestrato giornalisti che sono tutti a libro paga della UE e la NATO e vorrebbero spingere i russi a votare per estromettere Putin dal potere". La propaganda prevale sulla verità , tutto diventa illusione schizofrenica , e quando l'Occidente si impegna nella "Maskirovka" - la guerra ibrida fatta di inganno, offuscamento e disinformazione - i danni collaterali sono altissimi: In particolare , tutti i media indipendenti restano coinvolti in questa spirale verso il basso, in questa corsa agli armamenti fatta di parole.

Il pubblico tedesco lo ha percepito già da un po ': nel "libero Occidente" ,dicono, ormai i media sono "guidati dall'alto" e pubblicano "articoli incompleti e scorretti". In breve: il 44 per cento dei cittadini pensa che la stampa "menta" , questo è recente risultato di un sondaggio svolto da "Forsa", e non sarà certo l'ultima parola pronunciata nella grande guerra mediatica del nostro tempo.


(Fabio Albertin, Russia Insider)

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