lunedì 26 dicembre 2016

Il libro dell’agente CIA che catturò e interrogò Hussein: “Meglio un Saddam invecchiato che avere l’Isis”


John Nixon, l’agente che per primo lo interrogò, racconta di un Rais ben diverso da quello che siamo abituati ad immaginare

“Non voglio dire che Saddam fosse innocente, era un dittatore sanguinario, ma col senno di poi, avere un Saddam invecchiato e senza potere, mi sembra migliore che aver perso 4000 vite di uomini e donne in divisa, e assistere alla nascita dello Stato Islamico dopo aver sperperato tre triliardi per costruire il nuovo Iraq”.

A pronunciare queste dure parole non è un malinconico nostalgico, ma l’agente CIA che scovò e interrogò per primo l’ex leader iracheno. Si chiama John Nixon, e il 29 dicembre, nelle librerie americane, uscirà il suo Debriefing The President: The Interrogation Of Saddam Hussein.

Alcuni estratti sono stati pubblicati in anteprima sul Mail On Sunday e tradotti in italiano da Dagospia. “Non si può negare che l’uomo avesse carisma. Era alto e robusto, Anche da prigioniero certo di essere giustiziato, manteneva un’aria di importanza”. Alle prime domande, che Nixon fece al Rais, lui rispose sferzante: “Perché non mi domandi della politica? Potresti imparare molto da me”.

Alla domanda sulla questione delle armi di distruzione di massa, fu sarcastico: “Avete trovato un traditore che vi ha dato Saddam Hussein. Non ne trovate uno che vi dica dove stanno le armi di distruzione di massa? L’Iraq non è una nazione di terroristi. Non avevamo alcuna relazione con Bin Laden, né armi di distruzioni di massa, e non eravamo una minaccia per i nostri vicini. Ma il Presidente Bush ha detto che volevamo attaccare e che le possedevamo. Non abbiamo nemmeno mai pensato di usarle, non ne abbiamo mai parlato. Usare armi nucleari contro il mondo? C’è qualcuno sano di mente che lo farebbe? Chi avrebbe usato queste armi, visto che nessuno le aveva usate contro di noi?”.

Anche sulla questione sull’11 settembre, la sua reazione fu forte: “Da che paesi provenivano? Arabia Saudita. Quel capobanda di Muhammad Atta era forse iracheno? No. Era egiziano. Allora perché pensate che io sia coinvolto con gli attacchi?”.

Molti illustri psichiatri, per anni, avevano studiato la sua mente, e affermato che la sua crudeltà derivasse da traumi infantili, dal patrigno che lo picchiava. Ma John Nixon racconta che, l’uomo che si trova davanti, è molto diverso da quello che aveva immaginato. Dopo che Saddam Hussein fu impiccato, nel 2007, l’agente Nixon fu convocato nello stanza ovale da George W. Bush. “Il Presidente guardò Dick Cheney e scherzò: Sicuro che Saddam non ti ha detto dove ha messo quelle fiale di antrace?. Tutti risero ma io lo ritenni inappropriato. L’America aveva perso oltre 4000 soldati sul campo”.

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