lunedì 26 dicembre 2016

Mettere in dubbio che Israele sia una democrazia sarebbe antisemitismo




di Monica Macchi

16/12/2016


https://www.peridirittiumani.com/2016/12/16/anti-semitism-awareness-act/

La settimana del 12 dicembre il Senato degli Stati Uniti ha approvato l’Anti-Semitism Awareness Act, un disegno di legge bipartisan proposto dai senatori Bob Casey (democratico della Pennsylvania) e Tim Scott (repubblicano del South Carolina) supportato dall’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), dall’Anti-Defamation League, dalle Federazioni ebraiche del Nord America e dal Centro Simon Wiesenthal.
Il disegno di legge, definito “di estrema urgenza” a causa dell’aumento degli attacchi anti-ebraici nei campus universitari, (secondo i dati FBI nel 2015, delle 1.402 vittime di crimini di odio su base religiosa il 52,1 % erano ebrei) si propone di “sradicare l’antisemitismo”… e per farlo utilizza la controversa definizione del Global Anti-Semitism Review Act del 2004 così come prodotta dal Centro europeo di monitoraggio sul razzismo e la xenofobia, ampliata in “chiave contemporanea”.
Vengono di conseguenza considerate forme di antisemitismo:

  • Richiedere, favorire o giustificare l’uccisione di ebrei
  • Danneggiare gli ebrei o le loro proprietà
  • Accusare gli ebrei in quanto popolo, o Israele in quanto Stato, di inventare o esagerare l’Olocausto
  • Negare al popolo ebraico il diritto all’autodeterminazione, e negare a Israele il diritto di esistere
  • Demonizzare Israele accusandolo per le tensioni inter-religiose o politiche e attribuendogli la completa o comunque la maggior parte delle responsabilità per le sofferenze dei Palestinesi
  • Giudicare Israele con un doppio standard pretendendo un comportamento non atteso o richiesto a qualsiasi altra nazione democratica
  • Mettere in discussione la convinzione che Israele sia una democrazia
  • Paragonare la politica israeliana contemporanea a quella nazista

Queste definizioni non solo sono mistificatorie in quanto da un lato fondono lo stato di Israele con l’ebraismo e dall’altro identificano il sionismo con l’ebraismo, ma fa parte di una strategia più ampia per limitare la libertà di parola e di critica: Jewish for Peace ha denunciato il tentativo della University of California di adottare una proposta per equiparare l’antisionismo con l’antisemitismo e quello della University of New York di bloccare i finanziamenti a qualsiasi organizzazione studentesca che “promuova, incoraggi, o permetta il boicottaggio inteso come espressioni di odio nei confronti di determinati Paesi”. Ed ecco il vero obiettivo: arrivare ad una legislazione anti-BDS, ad oggi già approvata in 13 stati USA. Non solo negli Stati Uniti ma anche in Canada dove lo scorso febbraio la Camera dei Comuni ha approvato una mozione di condanna per “tutte le organizzazioni, gruppi, e singoli individui che promuovono il movimento BDS in Canada e all’estero”, con 229 voti contro 51. E per meglio capire l’isteria assurda del clima ecco la frase sprezzante del deputato conservatore Gila Martow che considera il BDS come un movimento antisemita “appena velato”: “non sosterremmo mai il Ku Klux Klan nel nostro campus…e allora perché dobbiamo permettere al movimento BDS e ad altre organizzazioni antisemite e anti-israeliane di organizzare eventi settari e utilizzare il nostro campus, finanziato dai contribuenti?”.
JVP (Jewish Voice for Peace in 24 ore ha sommerso i senatori con oltre mille chiamate e 5mila email. Dopo che la legge era passata al Senato ci si è rivolti al parlamento, con una lettera aperta di studenti ebrei che ha raccolto oltre 300 firme ed oltre 70 professori di studi ebraici. La pressione ha avuto effetto. Alla sua presentazione alla Camera, la legge è stata accantonata.

Dal canto suo il primo ministro britannico Theresa May ad un incontro con l’associazione “Conservatori Amici di Israele” ha descritto Israele come “uno Stato che garantisce i diritti della gente di tutte le religioni, razza e genere.



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